Sono entrato in quel Bar e ho avuto sensazioni insolite ed immediate.
Da subito ho visto le luci soffuse e un ambiente che parlava, ho udito voci, ho scorto volti, ho ascoltato frasi e ho visto persone scrivere appunti su un foglio, altri fare uno schizzo di quello che avevano davanti... un gruppo artisti si muoveva tra quei tavoli.
Mi sono immedesimato in ognuno di loro e mentre pensavo di essere un poeta che parlava dell’ultimo libro con l’amico, ho allungato l’orecchio per sentire cosa diceva il pittore del suo quadro ancora da finire e con il lungo pennello ancora intriso di pittura ad olio ho toccato il tavolo accanto dove il fotografo si chiedeva perché con quella carta baritata non otteneva i giusti contrasti.
E poi proprio quel fotografo ha iniziato a guardarsi intorno e a prendere la sua macchina per fermare gesti, parole, sussurri, il borbottio di una coppia in crisi e il cameriere che ascoltava tutto, ma impassibile faceva finta di niente.
Una storia vissuta in pochi momenti che sembravano eterni.
Quando sono uscito da quel bar ho lasciato un poeta, uno scrittore, una ragazza dai capelli riccioluti e una luce fioca che continuava ad illuminare quel fotografo solo con se stesso.
Roberto Nencini
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Central 1887