Questo mio piccolo viaggio è frutto di una preziosa conoscenza nata su Internet, Erika Balogh, conosciuta casualmente con un semplice click sul mouse e diventata oggi una vera amica. Le avevo chiesto un programma per una visita a Budapest e da un testo descrittivo mi sono trovato ad averla come guida della sua città. E’ stata la chiave di volta per scoprire una realtà inaspettata e bellissima. Mi hanno colpito gli spazi della città, maestosa e nello stesso tempo elegante, formata da Buda e Pest come se fossero due città distinte, fuse e divise solo dallo scorrere del Danubio. Girando nel centro respiri la tradizione culturale dell'impero austroungarico. Budapest è una città che “dà la sensazione fisica della capitale, con una signorilità e un'imponenza da città protagonista della storia” (Claudio Magris, Danubio, 1986). La presenza dei centri termali è stata una buona occasione per fare delle foto e questo sempre grazie ad Erika che si è resa disponibile per farmi avere accessi speciali. Non meno piacevole è stata la scoperta dei cibi magiari, che mi hanno stupito per la loro bontà. Una delle caratteristiche di Budapest sono le caffetterie in stile bohemien e i Ruin Bar, nati su vecchie caseggiati oggi adibiti a Bar per giovani che nella notte vivono il loro momento di aggregazione sociale. Mi aveva appassionato la pronuncia di alcune parole, una su tutte, UTCA (tradotto via, strada) con cui ho giocato a lungo con Erika, KÜRTÖSKALÁCS il tipico dolce ungherese e la TRABANT tipica macchina del periodo socialista che ancora gira nella città ormai capitalistica e piena di movimento.