Un viaggio nell'immensa regione dell’Hoggar Tassili e del Tadrart Acacus attraverso luoghi di origine vulcanica i cui paesaggi ricordano il suolo lunare. Tra continui saliscendi lungo vallate di pietra grigia, all'ombra di vette dalle forme bizzarre, sorgono sculture naturali come colate di cera. Ci si arrende all’azzurro di un cielo terso che contrasta con le rocce e la sabbia, creando armonie cromatiche uniche ed emozionanti. Il vento ha modellato archi naturali dando vita a scenografie di grande fascino, ogni forma è a testimoniare che il neolitico ha scritto qui la sua storia lunga millenni. L'arte rupestre, con i suoi graffiti, pitture e immagini di caccia, popola luoghi che sembrano anfiteatri naturali, con vista a 360°. Le dune abbracciano le rocce, si è contornati da canyon scavati dal vento, grotte aperte su pareti rocciose, labirinti, torrioni e formazioni da fiaba come fossero cattedrali con maestose guglie a svettare verso l'infinito. Il colore della sabbia non è mai lo stesso, le sue variazioni sono incredibili. Questo mare di dune regala emozioni uniche, soffici sabbie plasmate dal simùn, il cui rumore interrompe un silenzio assordante: la voce del deserto. Lo scenario è degno del miglior regista e il silenzio è la sua colonna sonora, uno dei migliori partner in questa avventura di rara introspezione personale, compagno fedele e rispettoso di tanta bellezza.
Ho sempre amato il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio... (Antoine de Saint-Exupéry)